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      X., isterica, altissima mangiava vetro in polvere, vestì cilicio fu in carteggio con Mazzini: morì apoplettica a 69 anni; madre di:
      P., banchiere onesto, ma violentissimo e collerico, padre di Z. Z.
      Y., fratello di X.: epilettico fin dall'infanzia, morì di epilessia
     
     
     
      Z. Z., tendenza alla apoplessia, vertigini, iracondo, emotivo, scialacquatore. Esoftalmia, micrognatismo e canizie precoce; ammogliato a
     
      S., banchiere, onesto e normale, fratello di P., ammogliato a M., suicida a 32 anni, colta e geniale nelle arti, con nonna materna di genio, madre di
     
     
      L., donna geniale, di solida e vasta coltura.
     
     
      Appunti autobiografici. - "Infanzia: nato molto più pesante della media. Il primo mese di vita fui allattato da balia incinta e per poco non ne morii. A 8 o 10 mesi, ossia prima di parlare, guardavo gli angoli oscuri delle stanze con manifesto terrore, così da impensierirne medici e parenti.
      Pubertà piuttosto ritardata.
      Ebbi pavor nocturnus ed insonnia, che perdurarono fino all'età adulta.
      Ho instabilità: melanconia estrema e depressione alternanti con ismodata allegrezza, che esprimo con salti e grida selvaggie anche per la strada. Iracondia, con bisogno di rompere oggetti di porcellana o di vetro, che s'alterna a facilità al pentimento ed al rimorso e bisogno estremo di confessare il male fatto. Tendenza al vagabondaggio ed incapacità ad un lavoro metodico; fui curato a 20 anni per paranoia rudimentale; parevami che tutti ridessero della mia bruttezza, il che però non era del tutto immaginario, perchè allora impressionava il mio aspetto cadaverico.


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Nuovi studi sul Genio.
Parte II (origine e natura geni)
di Cesare Lombroso
Sandron Editore
1902 pagine 193

   





Mazzini