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      Avvalora inoltre il nostro modo di vedere il fatto che egli può dapprincipio riprodurre il fenomeno varie volte e poi, stancato, non lo può più. Inoltre, egli può aumentare la pressione a volontà (vedi sopra); fatto quest'ultimo che si può spiegare certamente con l'influenza corticale sui centri bulbari vasomotori (Luciani).
      Se invece volessimo far l'ipotesi - col mio carissimo Grandis - di un fenomeno epilettoide accompagnato (come succede non di rado) da dilatazione pupillare, non potremmo capire com'egli possa riprodurre il movimento pupillare varie volte di seguito, conservandone sempre una perfetta coscienza, memoria e padronanza.
      Ma ammesso che si tratti di un fenomeno dipendente dalla volontà, come ciò si può spiegare?
      I movimenti iridei, che dànno la dilatazione ed il restringimento della pupilla, avvengono per due meccanismi diversi: 1° diversa replezione e costrizione dei vasi sanguigni che abbondantemente irrorano l'iride; 2° per azione delle sue fibre muscolari.
      Consideriamo separatamente i due fatti.
      I vasi dell'iride formano una grande ed una piccola circonferenza, e tra le due decorrono i vasi raggiati. Se questi ultimi per una ragione qualsiasi si contraggono fortemente e si svuotano di sangue, diminuiscono non solamente il loro diametro, ma anche la loro lunghezza. Siccome l'iride è fissamente aderente alla sua periferia, il raccorciamento fa sentire il suo effetto solamente sul margine libero dell'iride, il quale viene attratto alla periferia, dando luogo a dilatazione della pupilla.


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Nuovi studi sul Genio.
Parte II (origine e natura geni)
di Cesare Lombroso
Sandron Editore
1902 pagine 193

   





Luciani Grandis