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      Per tutte queste caratteristiche sono dunque da ritenersi le Spugne fra gli organismi animali. Consideriamo dunque la natura animale delle Spugne, prendendo a studiare una di quelle che si mettono in commercio. Prendendo un piccolo frammento della medesima, e sottoponendolo all'esame del microscopio, si osserva una rete costituita da fibre intrecciate variamente, e di un diametro diverso, secondo le varie specie di Spugne (fig. 4). Questo aggregato di fibre non è però che lo scheletro, nel quale è contenuta la materia animale vivente della Spugna. Questa materia è una specie di gelatina contrattile, che alla sua volta ha, secondo le varie specie, una cavità centrale o stomacale traversata qua e là da canali, di varia dimensione. In questi circolando l'acqua del mare, i materiali alimentari che essa trasporta, compenetrano e s'immedesimano nella gelatina vivente (fig. 6). Sopra alcune Spugne si sono fatte delle esperienze per vedere queste correnti. Si è collocata una Spugna vivente in un vaso riempito dell'acqua di mare, e lasciandola lungo tempo perfettamente tranquilla, si sono viste benissimo nella materia gelatinosa tutte le sue aperture beanti, e si sono osservate le correnti che le traversano. Se poi si irrita l'animale, o se lo si ritira dall'acqua per un istante, le correnti diminuiscono o cessano e le aperture esterne contraendosi in un modo lento e insensibile finiscono per chiudersi completamente.
      Colla massima facilità la materia gelatinosa e quasi mucilagginosa delle Spugne putrefà, e un odore nauseante e persistente che è caratteristico si manifesta, se il vaso nel quale si tiene una Spugna non è grande in proporzione di quella o non si rinnova con una corrente continua d'acqua.


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Spugne e Coralli
di Pietro Marchi
Editore Treves Milano
1870 pagine 25

   





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