L'epoca però più interessante della storia del Corallo è nei primi anni del secolo passato, quando cioè il conte Marsigli osservò nel 1703 sulla scorza che riveste la parte dura o asse solido del Corallo, i veri animali che ritenne per fiori, e quando nel 1727, Peyssonel facendo attenzione alla mobilità nell'acqua dei pretesi fiori scoperti dal Marsigli, provò che questi fiori altro non erano che il corpo stesso dell'animale uscito dalla sua cellula (fig. 7). La scoperta di questo giovane medico di Marsiglia, che era pur scolare del conte Marsigli, non fu accettata immediatamente dai dotti di quel tempo, e fu solo dopo le scoperte dell'inglese Trembley nel 1740 che fu resa da celebri naturalisti giustizia a Peyssonel, chiamando Polipi gli animali del Corallo e Polipaio l'asse solido sul quale sono disposti. Mancava però uno studio accurato del loro modo di vivere, di riprodursi, e questo studio incominciò per il primo il napoletano Cavolini, e fu seguito da altri, che furono e sono ancora l'onore delle scienze naturali. Gli animali del Corallo, costituiscono delle colonie più o meno numerose, viventi sopra una specie di piccolo arboscello, di circa 50 centimetri di altezza, e fissato solidamente ai corpi sottomarini. Il ramo principale che è ordinariamente rotondo, talora anche compresso, grosso circa 25 millimetri, ove ha maggior volume, si divide ben presto in un certo numero di rami irregolari.
Nel Corallo vivente questi rami sono ricoperti da una scorza biancastra, carnosa, liscia; ma la cui superficie è sparsa di un gran numero di cellule o otricoli sporgenti, che contengono ciascuna un polipo.
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