cattura e preda, e ch'ei tra poco al suolola vostr'alma cittade non adegui.
A te tocca l'aver di ciò pensieroe giorno e notte, a te dell'alleanza
i capitani supplicar, che fermiresistano al lor posto, e far che niuna
cagion più sorga di rampogne acerbe.
D'Ettore al cor fu morso amaro il dettodi Sarpedonte, sì che tosto a terra
saltò dal cocchio in tutto punto, e l'astascotendo ad animar corse veloce
d'ogni parte i Troiani alla battaglia,
e destò mischia dolorosa. Alloravoltâr la fronte i Teucri, e impetuosi
fêrsi incontro agli Achei, che stretti insiemegli aspettâr di piè fermo e senza tema.
Come allor che di Zefiro lo spirodisperde per le sacre aie la pula,
mentre la bionda Cerere la scevradal suo frutto gentil, che il buon villano
vien ventilando; lo leggier spulezzotutta imbianca la parte ove del vento
lo sospinge il soffiar: così gli Achivi
inalbava la polve al cielo alzatadall'ugna de' cavalli entrati allora
sotto la sferza degli aurighi in zuffa.
Difilati portavano i Troiani
il valor delle destre, e furïosoli soccorrea Gradivo discorrendo
il campo tutto, e tutta di gran buiola battaglia coprendo. E sì di Febo
i precetti adempìa, di Febo Apollo
d'aurea spada precinto, che comandodato gli avea d'accendere ne' Teucri
l'ardimento guerrier, vista partirel'aiutatrice degli Achei Minerva.
Fuori intanto de' pingui aditi sacriEnea messo da Febo, e per lui tutto
di gagliardìa ripieno appresentossia' suoi compagni che gioîr, vedendo
vivo e salvo il guerriero e rintegratodelle pristine forze. Ma gravarlo
d'alcun dimando il fier nol consentìa
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Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483 |
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