nume nascevi, da gran tempo avrestisorte incorsa peggior degli Uranìdi.
Così detto, a Peon comando ei fecedi risanarlo. La ferita ei sparse
di lenitivo medicame, e toltoogni dolore, il tornò sano al tutto,
ché mortale ei non era. E come il latteper lo gaglio sbattuto si rappiglia,
e perde il suo fluir sotto la manodel presto mescitor; presta del pari
la peonia virtù Marte guarìa.
Ebe poscia lavollo, e di leggiadrevesti l'avvolse; ed egli accanto a Giove
dell'alto onor superbo si ripose.
Repressa del crudel Marte la strage,
tornâr contente alla magion del padreGiuno Argiva e Minerva Alalcomènia.
LIBRO SESTO
Soli senz'alcun Dio Teucri ed Achei
così restaro a battagliar. Più voltetra il Simoenta e il Xanto impetuosi
si assaliro; più volte or da quel latoed or da questo con incerte penne
la Vittoria volò. Ruppe di Troi
primo una squadra il Telamonio Aiace,
presidio degli Achivi, e il primo raggioportò di speme a' suoi, ferendo un Trace
fortissimo guerriero e di gran mole,
Acamante d'Eussòro. Il colse in frontenel cono dell'elmetto irto d'equine
chiome, e nell'osso gli piantò la puntasì che i lumi gli chiuse il buio eterno.
Tolse la vita al Teutranìde Assilo
il marzio Dïomede. Era d'Arisbe
bella contrada Assilo abitatore,
uom di molta ricchezza, a tutti amico,
ché tutti in sua magion, posta lunghessola via frequente, ricevea cortese.
Ma degli ospiti ahi! niuno accorse allora,
niun da morte il campò. Solo il suo fidoservo Calesio, che reggeagli il cocchio,
morto ei pur dal Tidìde, al fianco caddedel suo signore, e con lui scese a Pluto.
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Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483 |
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Uranìdi Peon Marte Giove Marte Argiva Minerva Alalcomènia Dio Teucri Achei Simoenta Xanto Vittoria Troi Telamonio Aiace Achivi Trace Eussòro Teutranìde Assilo Dïomede Arisbe Assilo Calesio Tidìde Pluto
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