dell'alma libertà, vinti gli Achei.
LIBRO SETTIMO
Così dicendo, dalle porte eruppeseguìto dal fratello il grande Ettorre.
Ardono entrambi di far pugna: e qualei naviganti allegra amico vento
che un Dio lor manda allor che stanchi ei sonod'agitar le spumanti onde co' remi,
e cascano le membra di fatica;
tali al desìo de' Teucri essi appariro.
A prima giunta Paride stramazzaMenestio d'Arna abitatore, e figlio
del portator di clava Arëitòo,
a cui lo partorìa Filomedusa
per grand'occhi lodata. Ettore attastaEïoneo di lancia alla cervice
sotto l'elmetto, e morto lo distende.
Glauco, duce de' Licii, a un tempo istessod'un colpo di zagaglia ad Ifinòo,
prole di Dèssio, l'omero trafiggeappunto in quella che salìa sul cocchio,
e dal cocchio al terren morto il trabocca.
Vista la strage degli Achei, Minerva
dall'Olimpo calossi impetuosaverso il sacro Ilïon. La vide Apollo
dalla pergàmea rocca, e vincitoribramando i Teucri, le si fece incontro
vicino al faggio, e favellò primiero:
Figlia di Giove, e quale il cor t'invadefuria novella? E qual sì grande affetto
dall'Olimpo ti spinge? a portar forsedella pugna agli Achei la dubbia palma,
poiché niuna ti tocca il cor pietadedello strazio de' Teucri? Or su, m'ascolta,
e fia lo meglio. Si sospenda in questogiorno la zuffa, e alla novella aurora
si ripigli e s'incalzi infin che Troia
cada: da che la sua caduta a voipossenti Dive il cor cotanto invoglia.
Sia così, Palla gli rispose: io scesifra i Troiani e gli Achei con questa mente.
Ma come avvisi di quetar la pugna?
Suscitiam, replicava il saettante
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Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483 |
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