delle navi si trema? E periranno,
se tu, sangue divin, non ti rivestidi tua fortezza, e non ne rechi aita.
Gli orgogliosi Troiani e gli alleatiimminente all'armata e al nostro muro
han posto il campo, e mille fuochi accesi,
e fan minaccia d'avanzarsi arditi,
e le navi assalir. Giove co' lampidel suo favor gli affida; Ettore i truci
occhi volgendo d'ogni parte, e moltodelle sue forze altero e del suo Giove,
terribilmente infuria, e non rispettané mortali né Dei (tanto gl'invade
furor la mente), e della nuova auroragià le tardanze accusa, e freme, e giura
di venirne a schiantar di propria manodelle navi gli aplustri, ed a scagliarvi
dentro le fiamme, e incenerirle tutte,
e tutti tra le vampe istupiditiancidere gli Achivi. Or io di forte
timor la mente contristar mi sento,
che le costui minacce avversi numinon mandino ad effetto, e che non sia
delle Parche decreto il dover noilungi d'Argo perir su queste rive.
Ma tu deh! sorgi, e benché tardi, accorria preservar dall'inimico assalto
i desolati Achei. Se gli abbandoni,
alto cordoglio un dì n'avrai, né al dannotroverai più riparo. A tempo adunque
l'antivieni prudente, ed allontanadall'argolica gente il giorno estremo.
Ricòrdati, mio caro, i saggi avvisidel tuo padre Pelèo, quando di Ftia
invïotti all'Atride. Amato figlio,
(il buon vecchio dicea) Minerva e Giuno,
se fia lor grado, ti daran fortezza;
ma tu nel petto il cor superbo affrena,
ché cor più bello è il mansueto; e tienti
(onde più sempre e giovani e canutit'onorino gli Achei), tienti remoto
dalla feconda d'ogni mal Contesa.
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Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483 |
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