le sue navi, pedone ad Ilio ei venne,
e primo si piantò contro l'Atride.
Giunti al tiro dell'asta, Agamennóne
vibrò la sua, ma in fallo. Ifidamanteappuntò l'avversario alla cintura
sotto il torace, e colla man robustadi tutta forza l'asta sospingea;
ma non valse a forarne il ben tessutocinto, e spuntossi nell'argentea lama
l'acuta punta, come piombo fosse.
A due mani l'afferra allor l'Atride
con ira di lïone, a sé la tira,
gliela svelle dal pugno; e tratto il brando,
lo percuote alla nuca, e lo distende.
Sì cadde, e chiuse in ferreo sonno i lumi.
Miserando garzon! venne a difesadel patrio suolo e vi trovò la morte:
né gli compose i rai la giovinettaconsorte, né di lei frutto lasciava
che il ravvivasse; e sì l'avea con moltidoni acquistata: perocché da prima
di cento buoi dotolla, e mille in oltremadri promise di lanute torme
che numerose gli pasceva il prato.
Spoglia Atride l'ucciso, e le bell'armine porta ovante fra le turbe achee.
Come vide Coon morto il fratello,
(d'Antenore era questi il maggior figlioe guerriero di grido), una gran nube
di dolor gl'ingombrò la mente e gli occhi.
Ponsi in agguato con un dardo in manoal re di costa, e vibra. A mezzo il braccio
conficcossi la punta sotto il cubito,
e trapassollo. Inorridì del colpol'Atride regnator; ma non per questo
abbandona la pugna; anzi più fierocolla salda dagli Euri asta nudrita
avventossi a Coon che frettolosodell'amato fratello Ifidamante
d'un piè traea la salma, alto chiedendode' più forti l'aita. Lo raggiunge
in quell'atto l'Atride, e sotto il colmo
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Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483 |
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