dolci nati; così, quando n'accadapur de' Greci atterrar le porte e il muro
e farne strage, non pensar per questodi ritornarne con onor; ché indietro
molti Troiani lasceremo ancisidall'argolico ferro, combattente
per la tutela delle navi. Ognuno,
che ben la lingua de' prodigi intendae da' profani riverenza ottegna,
questo verace interpretar farìa.
Lo guatò bieco Ettorre, e gli rispose:
Polidamante, il tuo parlar non viemmigrato all'orecchio, e una miglior sentenza
or dal tuo labbro m'attendea. Se parlipersuaso e davvero, io ti fo certo
che l'ira degli Dei ti tolse il senno,
poiché m'esorti ad obblïar di Giove
le giurate promesse, e all'ale errantidegli augelli obbedir; de' quai non curo,
se volino alla dritta ove il Sol nasce,
o alla sinistra dove muor. Ben calmidel gran Giove seguir l'alto consiglio,
ch'ei de' mortali e degli Eterni è il sommoimperadore. Augurio ottimo e solo
è il pugnar per la patria. Perché tremitu dei perigli della pugna? Ov'anco
cadiam noi tutti tra le navi ancisi,
temer di morte tu non dei, ché cuoretu non hai d'aspettar l'urto nemico,
né di pugnar. Se poi ti rimanendolontano dal conflitto, esorterai
con codarde parole altri a seguirela tua viltà, per dio! che tu percosso
da questa lancia perderai la vita.
Si spinse avanti così detto, e gli altricon alte grida lo seguiéno. Allora
il Folgorante dall'idèa montagnaun turbine destò, che drittamente
verso le navi sospingea la polve,
e agli Achivi rapìa gli occhi e l'ardire,
ad Ettorre il crescendo ed a' Troiani
che nel prodigio e nelle proprie forze
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Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483 |
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