dič cadendo il guerriero, e l'insultandoil vincitor sě disse: Otrďončo,
se tutte che tu festi al re troianoalte promesse adempirai, su tutti
i mortali pur io terrotti in pregio.
Priamo la figlia ti promise, e noialtra sposa t'offriam, la piů leggiadra
delle figlie d'Atride, e lei qui tostofarem d'Argo venir, a questo patto
che tu di Troia ad espugnar n'aitila superba cittŕ. Dunque ne segui,
onde alle navi contrattar le nozze,
e suoceri n'avrai larghi e cortesi.
Sě dicendo, per mezzo alla battagliastrascinollo d'un piede. A vendicarlo
avanzossi pedon nanzi al suo carroAsio, e anelanti al tergo gli guidava
il fido auriga i corridor. Mentr'eglia ferir d'un bel colpo Idomenčo
tutto intende il suo cor, questi il prevennee la lancia gli spinse nella gola
sotto il mento, e passolla. Asio cadéosiccome quercia o pioppo od alto pino
cui sul monte tagliâr con raffilatebipenni i fabbri a nautic'uso. Ei giacque
lungo a terra disteso innanzi al cocchio,
e digrignava i denti, e colle manistrignea rabbioso la cruenta polve.
Smarrě l'auriga il cor, né per sottrarsialla man de' nemici addietro osava
dar volta al cocchio. Il giunse in quello statoAntěloco coll'asta, e in mezzo al ventre
lo trivellň, che nulla lo difesel'interzata lorica. Ei dal bel carro
riversossi anelante, ed ai cavallidato di piglio il vincitor, dai Teucri
li sospinse agli Achei. D'Asio cadutoDëěfobo dolente colla picca
si strinse addosso al re di Creta, e trasse.
Previde il colpo, e curvo Idomenčo
sotto il grand'orbe si raccolse tuttodello scudo taurin che di fulgente
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Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483 |
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