dunque dà volta, e lascia ambo a vicendastruggersi i campi. Oh Giove padre! oh Pallade!
e tu di Delo arciero Iddio, deh fateche nessun possa né Troian né Greco
schivar morte, nessuno; onde del sacroilïaco muro la caduta sia
di noi due soli preservati il vanto.
Mentre seguìan tra lor queste paroleAiace omai cedea l'arena oppresso
da gran selva di strali. Rintuzzavale sue forze il voler di Giove e il nembo
delle teucre saette. Il rilucenteelmo percosso un suon mettea che orrendo
gl'intronava le tempie, ed incessantesovra i chiavelli il martellar cadea.
Langue spossata la sinistra spalladall'assiduo maneggio affaticata
del versatile scudo. E tuttavoltané la calca premente, né de' colpi
la tempesta il potea mover di loco.
Scuotegli i fianchi più affannato e spessol'anelito: il sudor discorre a rivi
per le membra, né puote a niuna guisapigliar respiro il valoroso. Intanto
d'ogni parte l'orror cresce e il periglio.
Muse dell'alto Olimpo abitatrici,
or voi ne dite per che modo il primofuoco alle navi degli Achei s'apprese.
Di frassino una grave asta scoteaAiace. A questa avvicinato Ettorre
tal trasse un colpo della grande spadache netta la tagliò là dove al tronco
si commette la punta. Invan vibravail Telamònio eroe l'asta privata
della sua cima, che lontan cadendorisonò sul terren. Raccapricciossi
il magnanimo, e vide ivi d'un numemanifesta la man; vide che avverso
l'Altitonante del pugnar le vietutte gli avea precise, e decretata
de' Teucri all'armi la vittoria. Ei dunquelunge dai dardi si ritrasse; e ratto
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Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483 |
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Giove Pallade Delo Iddio Troian Greco Giove Olimpo Achei Ettorre Telamònio Altitonante Teucri
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