Pedaso aggiunse, corridor gentile,
cui seco Achille un dě dalla disfattacittŕ d'Eezďon s'avea condotto;
e quantunque mortale iva del paroco' destrieri immortali. Intanto Achille
su e giů scorrendo per le tende, tuttidi tutto punto i Mirmidóni armava.
Quai crudivori lupi il cor ripienidi molta gagliardia, prostrato avendo
sul monte un cervo di gran corpo e corna,
sel trangugiano a brani, e sozze a tuttirosseggiano di sangue le mascelle:
quindi calano in branco ad una brunafonte a lambir colle minute lingue
il nereggiante umor, carne ruttandomista col sangue: il cor ne' petti audaci
s'allegra, e il ventre ne va gonfio e teso:
tali dintorno al bellicoso amicodel gran Pelěde intrepidi si affollano
i mirmidonii capitani; e in mezzoa lor s'aggira il marzďale Achille
i cavalli animando e i battaglieri.
Cinquanta eran le prore che velociavea condotte a Troia il caro a Giove
Tessalo prence, e carca iva ciascunadi cinquanta guerrieri. A cinque duci
n'avea dato il comando, ed ei la sommapotestŕ ne tenea. Guida la prima
squadra Menčstio, scintillante il pettodi varďato usbergo. Era costui
prole di Sperchio, fiume che da Giove
l'origine vantava; e di Pelčo
la bella figlia Polidora a Sperchio
partorito l'avea, donna mortalecommista con un Dio. Ma lui la fama
nel popolo dicea prole di Boro,
di Perierčo figliuol, che tolta in mogliel'avea solenne e di gran dote ornata.
Guidava la seconda il marzio Eudoro
generato di furto, a cui fu madrela figlia di Filante Polimela,
danzatrice leggiadra. Innamorossiin lei Mercurio un dě che alle cantate
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Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483 |
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Achille Eezďon Achille Mirmidóni Pelěde Achille Troia Giove Menčstio Sperchio Giove Pelčo Polidora Sperchio Dio Boro Perierčo Eudoro Filante Polimela Mercurio
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