tenea volta la fronte; il ferro acutolo graffiò fino all'osso, e il colpo venne
dalla man di Polìdama che sottogli si fece improvviso. Ettore poscia
al carpo della man colse Leìto
germe del prode Alettrïone, e il fecedalla pugna cessar. Si volse in fuga
guatandosi dintorno sbigottitoil piagato guerrier, né più sperava
poter col telo nella destra infissocombattere co' Troi. Mentre si scaglia
contra Leìto il feritor, gli spingeIdomenèo dappresso alla mammella
nell'usbergo la picca: ma si fransealla giuntura della ferrea punta
il frassino, e n'urlâr di gioia i Teucri.
Rispose al colpo Ettorre, e il Deucalìde
stante sul carro saettò. D'un pelolo fallì; ma Ceran, scudiero e auriga
di Merïon, colpìo. Venuto egli eradalla splendida Litto in compagnia
di Merïone che di questa guerraal cominciar, sue navi abbandonando,
venne ad Ilio pedone, e di sua morteavrìa qui fatto glorïosi i Teucri,
se co' pronti destrieri in suo soccorsonon accorrea Cerano. Ei del suo duce
campò la vita, ma la propria perseper le mani d'Ettòr. L'asta al confine
della gota lo giunse e dell'orecchia,
e conquassògli le mascelle, e mezzala lingua gli tagliò. Cadde dal carro
quell'infelice: abbandonate al suolosi diffuser le briglie, che veloce
curvo da terra Merïon raccolse,
e volto a Idomenèo: Sferza, gli grida,
sferza, amico, i cavalli, e al mar ti salva,
ché per noi persa, il vedi, è la battaglia.
Sì disse, e l'altro costernato ei pureverso le navi flagellò le groppe
de' chiomati destrier. Scorsero anch'essiil magnanimo Aiace e Menelao,
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Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483 |
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Polìdama Leìto Alettrïone Troi Leìto Teucri Ettorre Deucalìde Ceran Merïon Litto Merïone Ilio Teucri Cerano Ettòr Merïon Idomenèo Sferza Aiace Menelao
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