virgulti, e l'onda d'ogni parte esulta:
sì la bella del Xanto acqua infocatabolle, né puote più fluir consunta
ed impedita dalla forza infestadell'ignifero Dio. Quindi a Giunone
quell'offeso pregò con questi accenti:
perché prese il tuo figlio, augusta Giuno,
su l'altre a tormentar la mia corrente?
Reo ti son forse più che gli altri tuttiprotettori de' Troi? Pur se il comandi,
mi rimarrò, ma si rimanga anch'essoquesto nemico, e non sarà, lo giuro,
mai de' Teucri per me conteso il fato,
no, s'anco tutta per la man dovessede' forti Achivi andar Troia in faville.
La Dea l'intese, ed a Vulcan rivolta,
Férmati, disse, glorïoso figlio:
dar cotanto martìr non si convieneper cagion de' mortali a un Immortale.
Spense Vulcano della madre al cennoquell'incendio divino, e ne' bei rivi
retrograda tornò l'onda lucente.
Domo il Xanto, quetârsi i due rivali,
ché così Giuno comandò, quantunquecalda di sdegno; ma tra gli altri numi
più tremenda risurse la contesa.
Scissi in due parti s'avanzâr sdegnosil'un contro l'altro con fracasso orrendo:
ne muggì l'ampia terra, e le celestitube squillâr: sull'alte vette assiso
dell'Olimpo n'udì Giove il clangore,
e il cor di gioia gli ridea mirandola divina tenzone: e già sparisce
tra gli eterni guerrieri ogn'intervallo.
Truce di scudi forator diè Marte
le mosse, e primo colla lancia assalseMinerva, e ontoso favellò: Proterva
audacissima Dea, perché de' numil'ire attizzi così? Non ti ricorda
quando a ferirmi concitasti il figliodi Tidèo Dïomede, e dirigendo
della sua lancia tu medesma il colpo,
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Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483 |
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