l'altro inseguendo. Il fuggitivo è forte,
ma più forte e più ratto è chi l'insegue,
e d'un tauro non già, né della pellesi gareggia d'un bue, premio a veloce
di corsa vincitor, ma della vitadel grande Ettorre. E quale a vincer usi
giran le mete corridori ardenti,
a cui proposto è di gentil donzellao d'un tripode il premio, ad onoranza
d'alcun defunto eroe; così tre voltedell'ilìaca città fêr questi il giro
velocemente. A riguardarli intentostava il consesso de' Celesti, e Giove
a dir si fece: Ahi sorte indegna! io veggod'Ilio intorno alle mura esagitato
un diletto mortal; duolmi d'Ettorre
che su l'idèe pendici e sull'eccelsapergàmea rocca a me solea di scelte
vittime offrire i pingui lombi, ed oradel minaccioso Achille il presto piede
l'incalza intorno alla città. Pensate,
vedete, o numi, se per noi si debbadalla morte camparlo, o pur, quantunque
così prode, il domar sotto il Pelìde.
Procelloso Tonante, oh che dicesti,
gli rispose Minerva, e che t'avvisi?
Alla morte involar uomo sacro a morte?
E tu l'invola. Ma non tutti al certonoi Celesti tal fatto assentiremo.
T'accheta, o figlia, replicò de' nembil'adunator, ch'io nulla ho fermo ancora,
e nulla io voglio a te negar. Fa tutto,
senza punto ristarti, il tuo desire.
Spronò quel detto la già pronta Diva
che dall'olimpie cime impetuosaspiccossi, e scese. Alla dirotta intanto
incalza Achille il fuggitivo Ettorre.
Come veltro cerviero alla montagnagiù per convalli e per boscaglie insegue
dalla tana destato un caprïuolo:
sotto un arbusto il meschinel s'appiatta
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Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483 |
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