Quelle davanti son, qual pria, d'Eumelo
le puledre, e ne regge esso le briglie.
E a lui cruccioso de' Cretesi il sire:
Malčdico rissoso, in questo solotra noi valente, ed ultimo nel resto,
villano Aiace, deponiam su viaun tripode o un lebčte, e Agamennóne
giudichi e dica che corsier sian primi,
e pagando il saprai. Sorgea paratoa far risposta con acerbi detti
lo stizzito Oilėde, e la contesacrescea: ma grave la precise Achille:
Fine, o duci, a un ontoso ed indecoroparlar che in altri biasmereste. In pace
sedetevi e guardate. I gareggianticorridori son presso, e voi ben tosto
chi sia primo saprete, e chi secondo.
Fra questo dire, a furia ecco il Tidėde
avanzarsi, e le groppe senza posatempestar de' cavalli che sublimi
divorano la via. Schizzi di polveincessanti percuotono l'auriga.
D'ôr raggiante e di stagno si rivolvedietro i ratti corsier sė lieve il cocchio
che appena vedi della ruota il solconella sabbia sottil. Giunto alle mosse,
fra le plaudenti turbe il vincitorefermossi. Un rivo di sudor dal collo
e dal petto scorrea degli anelanticorsieri, ed esso dal lucente carro
leggier d'un salto al suol gittossi, e al giogolo scudiscio appoggiō. Né stette a bada
Stenelo, il forte suo scudier, che prontoil tripode si tolse e la donzella
premio del corso, e consegnato il tuttoai prodi amici, i corridor disciolse.
Secondo giunse Antėloco che aveanon per rattezza di destrier precorso
Menelao, ma per arte; e nondimenoquesti a tergo gli č sė, che quasi il tocca.
Quanto si scosta dalla ruota il piededi corsier che pel campo alla distesa
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Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483 |
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Eumelo Cretesi Aiace Agamennóne Oilėde Achille Tidėde Antėloco
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