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      Dopo aver sentito la prima messa, la mattina di poi presi la via di Civita della Penna.22 Prima d'arrivare, trovai due contadini e mi misi a camminare con loro. Mi chiesero dove andassi e risposi che andavo a sciogliere un voto alla Madonna di Loreto. Presi occasione da ciò per raccontar loro parecchi esempi di vite di santi e tener discorsi divoti ai quali essi stavano attentissimi, dicendo l'uno all'altro che era fortuna l'aver incontrato chi diceva loro cose tanto buone. Poiché parvi loro assai stanco, mi dissero che farei bene a rimanere alcuni giorni nel loro paese per riposare, ma risposi che ero un pover'uomo, senza i mezzi di stare alla locanda; che se tuttavia trovassi persone tanto caritatevoli da ricevermi in casa soltanto per dormire, accetterei volentieri la ospitalità, poiché, avendo i piedi scorticati, non potevo camminare che con grandi dolori. Uno dei contadini, chiamato Ascanio mi rispose che se volevo contentarmi di quel che un pover'uomo come lui poteva offrirmi, troverebbe modo di darmi un materasso per riposare quanto mi paresse e senza pagare. Accettai di buon cuore l'offerta.
      Giungemmo alla città due ore prima di notte ed Ascanio mi condusse a casa sua, dove mi fece cenare col padre suo e tutta la famiglia. Mi trattarono con tanta cortesia che ne fui sorpreso e contento. Cinque o sei parenti vennero a passar la sera con loro, portando chitarre e simili istrumenti del paese. Cantarono ottave alla siciliana ed altre ariette e mi pregarono con tante instanze ad imitarli, mettendomi per forza la chitarra in mano, che non potei schermirmi dal cantare due o tre ottave alla napoletana che mi fecero ripetere due o tre volte, tanto piacquero loro per mia disgrazia.


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Le avventure di Giuseppe Pignata fuggito dalle carceri dell'Inquisizione di Roma
di Giuseppe Pignata
pagine 170

   





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