Ebbene: noi vedremo che l'emersione ritarda ancora un 12 minuti. E siccome in tale stagione la Terra si è traslocata in T", ossia si è allontanata da Giove; così noi dovremo ascrivere il ritardo al maggior viaggio che dee in questo caso compire la luce per giungere ad essa. Anzi, se una delle due osservazioni si faccia nel momento dell'opposizione, e l'altra nell'istante della congiunzione, il ritardo e la precessione è 16m, 26s. Dunque la luce impiega 8m, 13s cioè 493s a percorrere il raggio dell'orbita terrestre. E siccome tal raggio è 35 milioni di leghe, ossia circa 150 milioni di chilometri; così la luce percorre 70 mila leghe o più di 300 mila chilometri a secondo. Velocità che supera dieci mila volte quella della Terra, e sei milioni di volte quella di una palla di cannone.
II. COROLLARIO. Dunque noi vediamo il Sole non precisamente dov'è nell'istante dell'osservazione, ma dov'era 8m, 13s prima; ed Urano dov'era quattro ore innanzi. Di modo che se le stelle fisse fossero ora annichilate da Domeneddio, noi seguiremmo non ostante a vederle per tre interi anni almeno.
III. SCOLII. 1° È da notare che la velocità della luce sembra uniforme; poichè essa si mostra sempre la stessa sia nel perigeo, sia nell'apogeo di Giove, sia che la Terra si trovi agli estremi dell'asse principale, sia che a quelli del secondario.
2° Si può la legge medesima dimostrare anche con un altro metodo recentissimo, del quale per altro non è ancor tempo di tener discorso.
3° Queste prime nozioni sono già per sè medesime sufficientissime a farci intendere i pregi straordinarii della luce.
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