Si collochi un oggetto lucido qualunque davanti ad uno specchio o concavo o convesso di piccola apertura; e se ne otterrà l'imagine(5). Cioè, se lo specchio sarà convesso, si vedrà dentr'esso l'apparenza dell'oggetto, come avviene cogli specchi piani: se poi sarà concavo; o l'oggetto rimarrà ad esso più prossimo del foco principale, e se ne avrà parimenti un'apparenza consimile a quella degli specchi piani; o l'oggetto sarà collocato ad una distanza maggiore della focale principale, e ponendo in un sito acconcio una lastra semitrasparente, si formerà su questa una pittura del tutto simile all'oggetto medesimo. Nel primo caso l'imagine è formata dai fochi virtuali, e merita anch'essa il nome di virtuale; nel secondo è costituita dall'insieme dei fochi reali, ed è reale essa pure. In ogni conto, quello che si verifica di oggetti lontanissimi si ottiene ancora per tutti gli altri.
III. COROLLARIO. Dunque anche i raggi, provenienti da un punto lucido collocato a distanza limitata, si riuniscono o tendono a riunirsi tutti (cioè o essi o le prolungazioni loro) in un punto unico, vale a dire in un foco. Infatti le imagini, sia reali sia virtuali, non sono che la riunione dei fochi prodotti o dai raggi lucidi stessi, o dalle loro prolungazioni geometriche. Dunque la produzione delle imagini dimostra la produzione dei fochi.
15. Problemi intorno agli specchi sferici.
A risolvere i problemi che sogliono proporsi sulle immagini, le quali si ottengono per mezzo degli specchi sferici, è utile stabilire il significato di certe parole, ed alcuni criterii generali.
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