Ah! quanto grave errore non è mai quello di coloro, che nelle opere, nei disegni, negli arcani della Provvidenza, invece di accogliere con riconoscenza e trasporto gli ammaestramenti di chi ricevè da Dio stesso la confidenza di una gran parte de' suoi secreti in un colla preziosissima dote dell'assoluta inerranza nel rammemorarli e nell'esporli, pretendono restringere la cerchia delle umane cognizioni a quelle poche cose, che arriviamo a vedere colla nostra corta ragione!
ARTICOLO III
RIFRAZIONE DELLA LUCE
17. Fatto fondamentale della rifrazione.
I. PROPOSIZIONE. Ogni raggio lucido, nel passare obliquamente da una sostanza diafana ad un'altra più densa, cangia direzione, allontanandosi, dalla superficie di questa.
Dimostrazione. Si faccia entrare in una camera oscura per un forellino (fig. 31.) un fascetto di luce (LI), e si dispongano le cose in guisa, che esso si introduca in un vase (V) rasentandone la parete opaca (V). Si vedrà il dischetto di luce (in O) sulla prolungazione del raggio (LI). Ma se si versi dell'acqua nel vase, subito il disco si trasloca (in N) approssimandosi alla detta parete. A conoscere l'andamento del fascetto nell'acqua, si faccia passare una lastra opaca (P) dalla detta parete (V) fino all'opposta (O), tenendola sempre verticale; e ad ogni passo (P,P',P",...) di questa lastra si segni su di essa il sito dell'illuminazione. Si vedrà che la luce percorre una linea retta (IN) anche nell'acqua; e che questa linea (IN) fa colla superficie del liquido un angolo maggiore di quello, che avrebbe fatto senza questa deviazione.
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Provvidenza Dio
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