2° Chiamasi raggio rifratto quello, che si ritrova nel secondo dei due mezzi trapassati dalla luce.
3° L'angolo d'incidenza è quello formato dal raggio incidente con una normale al piano dirimente.
4° L'angolo di rifrazione è quello formato dal raggio rifratto colla normale sopraddetta.
5° I piani, nei quali giacciono i detti due angoli, diconsi rispettivamente piano d'incidenza, e piano di rifrazione.
6° La relazione, che passa fra il seno dell'angolo di incidenza e il seno di quello di rifrazione, suole nominarsi indice di rifrazione.
7° La proposizione, che passiamo a dimostrare, dal nome dello scopritore, è denominata legge cartesiana.
II. SCOLII. L'apparato per dimostrare la legge cartesiana è in sostanza quello stesso, per cui si dimostrò la legge fondamentale di Catottrica. Ma vi sono le seguenti variazioni. Invece dello specchio piano collocato al centro del circolo, si pone (fig. 34.) un vaso (C) semicilindrico di vetro pieno di acqua in guisa, che il livello resti all'altezza del centro (I) del circolo stesso (DNQ). Inoltre sul diametro verticale (NO) possono scorrere parallelamente a sè stessi due regoli (P, Q) divisi a millimetri. E finalmente il braccio (IR) che porta il vetro smerigliato (R) è scorrevole nel terzo quadrante.
III. PROPOSIZIONE. L'angolo di rifrazione e quello d'incidenza giacciono nel piano medesimo; e finchè si tratta degli stessi mezzi, l'indice di rifrazione è costante.
Dimostrazione della prima parte. Si faccia in modo, che il fascetto incidente passi pel foro (D) del diaframma, e cada sull'acqua precisamente incontro al centro (I) del circolo graduato.
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Chiamasi Catottrica
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