Inoltre la posizione, che conviene dare alla lente ad evitare che la forma dell'immagine non sia alterata o dissimile dall'oggetto, mostra che il fenomeno à luogo unicamente per quei punti lucidi, che non sono molto distanti dall'asse principale della lente medesima. Accade la cosa stessa, ove alla lente pervengano i raggi, che emanano da un oggetto collocato a discreta distanza dalla lente medesima. Dunque almeno per le lenti di convergenza la tesi è vera.
II. Ma è vera eziandio per le lenti di divergenza: basta riflettere alla loro forma perfettamente inversa a quella delle lenti di convergenza per restare convinti, che quelle debbono produrre fenomeni inversi. Sarà quindi l'imagine virtuale, come si vede traguardando con una lente di divergenza un oggetto posto non lungi dall'asse principale; ma starà alla distanza di un raggio di curvatura, come la reale.
2° il foco principale nelle lenti di convergenza è reale, ed in quelle di divergenza è virtuale.
Dimostrazione. Se è vero quello che è stato dimostrato (22. II. 3°), che la luce emergente tende verso l'asse principale nelle lenti di convergenza, e verso l'orlo in quelle di divergenza, dev'essere anche vera l'enunciata proposizione. Dacchè i raggi che nell'incidenza sono paralleli, ove nell'emergenza si rivolgano verso l'asse, debbono divenir convergenti, e riunirsi essi medesimi: ove poi si scostino dall'asse stesso, procederanno divergenti fra loro, e si riuniranno le prolungazioni loro dalla stessa parte, in cui trovansi i raggi incidenti(21).
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