3° Di un oggetto collocato a distanza immensa, dinanzi a una lente vitrea biconvessa o biconcava di piccola apertura e curvità uguali, e su di assi poco inclinati verso il principale, si ottiene l'imagine alla distanza di un raggio(22).
Dimostrazione. Misurando con esattezza i raggi di curvatura di una lente di tal fatta, e la distanza (dal centro ottico di questa), a cui formasi l'imagine del Sole o di una stella, si vede che tale distanza è uguale al raggio di curvatura delle due facce della lente. Questo raggio dunque misura la distanza focale principale.
4° Ponendo un oggetto a due distanze focali principali da una lente di vetro biconvessa ad uguali curvità, se ne ottiene l'imagine reale parimenti a due distanze focali principali(23).
Dimostrazione. Risulta da un fatto analogo all'antecedente.
III. COROLLARII. 1° Dunque l'imagine di un oggetto immensamente distante, ottenuta con una lente di convergenza è reale e capovolta. È reale: perchè formata da fuochi reali, come si è provato (II. 2°). È poi capovolta: perchè tale è la giacitura delle imagini reali. Dacchè queste formansi nella parte posteriore della lente; là cioè dove gli assi, dopo essersi incrocicchiati al centro ottico della lente, procedono in senso inverso, cioè rovesciati.
2° Dunque l'imagine di un oggetto immensamente distante, ottenuta con una lente di divergenza, è virtuale e diritta. Poichè sono virtuali i fochi (II.3°), e la virtualità dell'imagine importa che questa ritrovisi dalla parte dell'oggetto, ossia fra gli assi non ancora incrociatisi.
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Sole Ponendo
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