Così, posponendo alla fiamma una di queste lenti, ed anteponendone una delle sopra descritte, si potrà ottenere che i raggi, i quali vanno dalla parte avversa a quella che si vuole illuminare, in virtù della lente polizonale posposta, ritornino ad incrocicchiarsi alla fiamma, e quindi riunendosi a quelli che vanno alla parte da illuminarsi, nel trapassare la lente anteposta, sieno ridotti paralleli. Oppure per ritrarre profitto da tutti quei raggi che vanno in alto e da quelli che vanno in basso, si possono porre (una sopra ed una sotto alle lenti polizonali verticali) due serie di corone riflettenti, non fatte di specchi anulari conici, come talora si usa, ma di anelli prismatici di vetro atti a dare la riflessione totale, e posti uno sotto l'altro in tanti piani orizzontali.
4° I fari, o i lumi che si usano nelle lanterne dei porti, presentemente si fanno con lenti polizonali, e possono riuscire visibili perfino alla distanza di 60 o 70 chilometri. Anzi, ove un moto di orologeria imprima a tutto il sistema una rotazione intorno ad un asse verticale, il passaggio successivo delle varie lenti polizonali attribuirà un'intermittenza alla luce, per la quale si otterrà in ciascuna unità di tempo quel dato numero di ecclissi, che fa distinguere un porto da un altro. Sebbene queste eclissi si possano ottenere eziandio col solo far girare davanti al faro una lente polizonali; la quale di più potrà esser fatta di vetro di un dato colore, e costituire così un altro carattere distintivo del faro.
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