2° La sintesi ci conduce alla stessa illazione, tanto per la luce emessa, come per la diffusa. I. Alla parete, su cui cade la detta striscia colorata, si sostituisca (fig. 60.) uno specchio concavo (SS'); i colori verranno a riunirsi nel foro (F).
Or bene; quivi si ottiene di nuovo la luce bianca. Si ottiene la cosa analoga sostituendo (fig. 61.) allo specchio una lente (M) biconvessa, oppure (fig. 63.) posponendo al primo prisma (P) un secondo (P') in senso inverso. II. Quanto alla luce diffusa, facendo ruotare velocemente nel suo piano (fig. 62.) un disco (D), su cui sieno stati dipinti in antecedenza i detti colori colla loro disposizione relativa e particolare estensione, esso disco appare chiaro e bianco; purchè la velocità di rotazione sia abbastanza grande.
II. DEFINIZIONI. 1° Questa decomposizione della luce si chiama dispersione. In senso più ristretto con questa parola non s'intende il fatto, ma la sua quantità, ossia l'estensione della detta striscia colorata.
2° Questa striscia appunto si denomina spettro solare.
3° I soprannominati colori, poichè ricevuti uno per volta da un secondo prisma non si decompongono più, si domandano semplici.
III. COROLLARII. 1° I raggi dei diversi colori dello spettro sono diversamente rifrangibili. Poichè ciascun disco formato dai raggi di un diverso colore va in un sito diverso, e così il disco violetto formasi verso la base del prisma più di ogni altro, e men di tutti il rosso; così è manifesto che i raggi del violetto soffrono maggior rifrazione di quelli dell'azzurro, e via dicendo.
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