III. SCOLII. 1° Già sappiamo che, riunendo insieme tutti i colori dello spettro, meno uno, non si ottiene il bianco, ma un qualche colore composto; e che il bianco rinasce appena a quest'ultimo uniscasi quell'uno escluso.
2° Abbiamo anche veduto (I. 2°. I) che, con due prismi inversi (fig. 63.), la luce dispersa dal primo ritorna bianca, dopo aver traversato il secondo.
IV. ALTRE DEFINIZIONI. 1° il fenomeno delle aureole colorate, che circondano le imagini ottenute dalle lenti, si denomina e si ritiene una aberrazione di rifrangibilità.
Quel colore, che aggiunto ad un altro restituisce il bianco, si dice complementare di quest'altro; e viceversa.
3° Da alfa (particella privativa) e chroma (colore) si dicono acromatiche le lenti combinate in maniera da elidere le aureole colorate; acromatismo questa loro proprietà; ed acromatizzarle il renderle acromatiche.
4° È detto poliprisma un insieme di prismi uniti per le le loro sezioni principali, e fatti di sostanze dispergitrici diverse.
5° Viene denominato prisma variabile, e scatola prismatica quello, che è formato da due lastre piane di vetro incastonate in metallo; una delle quali è fissa, e l'altra è mobile in guisa da potersi variamente inclinare verso la prima, e tutte a due sono strette fra due basi per potervi racchiudere un liquido qualunque.
29. Sostanze dispersive, acromatismo, e spettro.
I. PROPOSIZIONE. La lunghezza dello spettro o la dispersione, a pari angolo rifrangente, divaria colla sostanza dispergitrice; con prismi poi della stessa sostanza decresce coll'angolo rifrangente.
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