II. PROPOSIZIONI. 1° L'iride proviene dalla dispersione, che soffre la luce solare nell'emergere, dopo varie riflessioni, dalle gocce d'acqua di una pioggia lontana.
Dimostrazione. Questa, com'è di ragione, divideremo in due parti.
Parte prima. La verità di questa supposizione risulta dalle seguenti considerazioni. I. Un fascetto di raggi solari (fig. 68.) entri per un forellino (A) in una camera oscura, e con una certa direzione (AI) vada ad investire un vase (IKLM) perfettamente cilindrico (di cui la figura mostra la sezione orizzontale), ripieno d'acqua. Si vedrà ciò, che non era difficile prevedere; che cioè il fascetto soffre nell'acqua più riflessioni totali (in K, L, M, N, O), ed altrettante parziali rifrazioni (KK', OO', LL'). Ond'è che il fascetto medesimo per le riflessioni riceve varii sbattimenti nel liquido, diminuendo gradatamente d'intensità; e per le rifrazioni genera tanti fascetti emergenti, che sono tanti spettri più o meno distinti, e sempre meno vivaci. II. Concepiamo ora (fig. 69.) un raggio (LI), il quale, dopo essersi rifratto (secondo IR) e riflesso (secondo RE) emerge, sotto una certa direzione (EK), formando un determinato angolo (IDK) di deviazione. Or bene: quest'angolo, quando il raggio incidente sia perpendicolare, è nullo, come sappiamo; ma (e ciò può dimostrarsi col fatto e colla Geometria) aumenta fino ad un certo limite coll'ingrandirsi dell'angolo di incidenza; ed ove quest'ultimo sèguiti ad aumentare ancora, esso cioè l'angolo di deviazione diminuisce invece di nuovo.
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Geometria
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