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      Or bene: che questa cagione sia vera si dimostra da ciò, che molti osservatori ànno veduto degli aloni vicinissimi prodursi in caso di pioggia di particelle agghiacciate, ed interrompersi là dòve tal pioggia era interrotta.
      Parte seconda. Che poi l'ipotesi medesima sia sufficiente risulta da molte considerazioni, I. La forma dei cristalli di ghiaccio natanti nell'aria è assai variabile, ma generalmente è in prismi esagonali. Ond'è che nessun raggio può traversarli quando incontra due facce consecutive, l'angolo delle quali è 120°; ma due facce separate da una terza fanno un angolo di 60°, ed è a traverso di queste facce, che passano i raggi producenti gli aloni. Veramente tutti quegli aghetti, che stanno in un piano che passa pel Sole e per l'osservatore, mandano luce rifratta in ogni direzione giacente in tal piano. Ma vi avrà una direzione, nella quale la luce sarà più intensa. Infatti i prismi, che sono collocati in modo da dare la deviazione minima, potranno girare alquanto intorno a sé stessi senza che tal deviazione cangi sensibilmente. Avviene come se i prismi così collocati fossero più numerosi di tutti gli altri. D'altra parte quei prismi, che girano sopra sè medesimi, inviano raggi che passano rapidamente davanti agli occhi dell'osservatore. Ma quelli che trovansi a tal distanza angolare dal Sole da inviare agli occhi i raggi rifratti nel momento, in cui questi raggi provano la deviazione minima, producono un'impressione più viva: per la ragione che il fascio continua a pervenire all'occhio in tutto il tempo che il prisma subisce un esteso spostamento.


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Elementi di Fisica Universale
Parte Seconda. Volume Secondo
di Francesco Regnani
Stamperia delle incisioni zilografiche Roma
1863 pagine 428

   





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