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      2° Se invece della lastra opaca si interponga, fra il fuoco della lente ed il cartone, un capello, oppure un filo metallico finissimo, se ne ànno delle frange esterne identiche a quelle dell'esperienza antecedente; e nell'ombra geometrica si veggono le frange interne più ristrette.
      3° Ove poi al filo sostituiscasi una finissima lastrina metallica, nella quale sia stata fatta una fessura rettangolare, assai stretta; il fascio è dilatato: e a destra, e a sinistra si veggono frange alternamente scure, e lucide.
      4° Le frange prodotte dalla luce violetta sono le più strette e le più vicine all'ombra geometrica; tutte le altre sono più larghe e piu lontane a seconda della loro minore rifrangibilità. il che spiega perchè la luce bianca produca frange non chiare e scure, ma variamente colorate. Dacchè il violetto dee venir meno pel primo, ed il rosso per l'ultimo.
      5° Le frange sembrano nascere all'orlo dell'opaco, e propagarsi alla maniera di iperboli, la linea media delle quali è quella (FA), che congiunge il foco della lente coll'orlo dell'opaco, ed il cui vertice passa sensibilmente pel detto orlo (a). La posizione dei fuochi di queste iperboli dipende dalla distanza fra il punto luminoso e l'opaco, dalla luce impiegata, e dall'ordine delle frange.
      6° Uno specchio, che riceve un fascio di luce, offre il fenomeno della lastra opaca se è largo, quello della fessura se è ristretto. Come pure una superficie rigata, come lo è naturalmente la madreperla, produce per luce riflessa i fenomeni medesimi.


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Elementi di Fisica Universale
Parte Seconda. Volume Secondo
di Francesco Regnani
Stamperia delle incisioni zilografiche Roma
1863 pagine 428

   





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