Or bene: si principii a far passare la linea di fiducia dal 90° (ossia f), su cui si trovava fin qui, sul 91°, 92°, 93°,... della graduazione medesima; ed ecco apparire la seconda riflessione (qz), poi rinforzarsi, e giungere al massimo d'intensità, quando la linea di fiducia è sul 180° (o incontro ad h), ossia quando lo specchio nero (s) diviene parallelo al diafano (n), e i piani delle due incidenze coincidono. Ma poscia col seguitare a volgere lo specchio, la riflessione seconda comincia ad indebolirsi; e quando la linea di fiducia perviene (in 1.) al 270°, e però lo specchio resta in una posizione simmetrica alla primiera (cioè a quella della figura), di nuovo la luce o non è più riflessa affatto, o lo è pochissimo. Dopo, seguitando a girare lo specchio, la luce di seconda riflessione ritorna ad accendersi, acquista l'intensità massima, quando la linea di fiducia sta sullo zero (in m); e finalmente ritorna ad estinguersi a mano a mano che la linea di fiducia viene più avvicinandosi al 90°; e quindi ritornano i fenomeni medesimi.
2° Si tolga ora lo specchio (s) nero, e vi si sostituisca un tubo (g) racchiudente nella stessa giacitura obliqua una lastra di vetro diafana, o meglio un sistema di più lastre diafane parallele fra loro, cui chiamano pila; la luce sarà trasmessa. Ma girando la pila, come si girò lo specchio, la luce trasmessa diminuisce, e a 180° non sarà trasmessa più, o almeno non lo sarà completamente. Al di là di 180° tornerà ad esserlo parzialmente; a 270°, o nella posizione opposta alla primiera, la luce è trasmessa pienamente; a più di 270° diminuisce di nuovo, e a zero ritorna minima un'altra volta; quindi riprincipia ad aumentare, finchè a 90° se ne trasmette la massima quantità.
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