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      2° Se la visione degli oggetti è determinata dalla pittura che se ne forma sulla retina, e tal pittura è distesa sulla superficie della retina stessa senza rilievi, e senza sottosquadri, com'è che si percepisce la solidità, ed il profondo? Pare che il guardare gli oggetti con due occhi non rechi il solo vantaggio di farli apparire più luminosi e di accrescere il campo della vista, ma che ci aiuti anche a farci percepire le distanze, ed il rilievo dei corpi. È certo che influisce a questo effetto la diminuzione di grandezza degli oggetti lontani, e lo sbattimento delle ombre, ma sembra che vi conferisca eziandio la duplicità della imagine sulla retina. Sia perchè dobbiamo inclinare gli occhi tanto più, quanto più vicino è l'oggetto; ed il sentimento di questa operazione può essere un dato, con cui l'abitudine ci à insegnato ad associare il sentimento della distanza: sia perchè le imagini, che di un oggetto stesso si formano sulle due retine, non sono esattamente identiche. A mostrare l'influenza di quest'ultima cagione è venuto opportuno lo stereoscopio, che ideato già da Leonardo da Vinci, e perfezionato recentemente da Brewster, fu nel 1838 proposto da Wheatstone a prova della influenza medesima.
      Con due camere oscure rivolte ad uno stesso oggetto, sotto un angolo uguale all'ottico, si prendono per fotografia due imagini di un rilievo o di un profondo qualunque. Queste non riescono perfettamente uguali: dacchè in una sono ricopiati i fianchi destri, nell'altra i sinistri degli oggetti a rilievo, o dei solidi esistenti a maggiore o minore profondità. Or bene: si collochino ambidue al fondo di una cassettina; sul prospetto della quale si trovino due aperture distanti quanto distano fra loro i due occhi, e separate da una tavoletta, la quale divida in due metà la detta cassettina, e per conseguenza faccia sì che applicando gli occhi alle dette aperture, con un occhio veggasi esclusivamente una delle dette imagini, e coll'altro non si vegga che l'altra.


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Elementi di Fisica Universale
Parte Seconda. Volume Secondo
di Francesco Regnani
Stamperia delle incisioni zilografiche Roma
1863 pagine 428

   





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