Pagina (133/428)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      4° Ma donde provenono, e come correggonsi le imperfezioni degli occhi? Non tocca a noi trattare della gotta serena, o della mosca volante, le quali sono malattie incurabili; nè della cateratta, cui la chirurgia à trovato la maniera di estrarre dell'occhio, o di ridurre in un canto, dove non impedisca alla luce di trapassare pel cristallino, e così giungere fino alla retina. I difetti, dei quali dobbiamo pur dire qualche parola, sono la miopia, ed il presbitismo. Poichè il miope vede ben distinti i soli oggetti vicini, e viceversa il presbita; è chiaro che quello non vede distintamente che per raggi molto divergenti, e questo solo per raggi poco divergenti, quali son quelli che staccansi da un punto assai lontano. Sia dunque che la miopia dipenda da un'eccedente convessità degli occhi, sia che da una forza rifrangente eccessiva degli umori, e specialmente del cristallino; sempre potrà correggersi con una lente acconciamente divergente. Dappoichè con essa potranno rendersi divergenti quanto occorre i raggi, che pur venendo dalla distanza di un venti o trenta centimetri (che è quella della visione distinta) non lo sarebbero abbastanza per un miope. Parimenti o il presbitismo derivi da uno schiacciamento dell'occhio, o da indebolimento della forza rifrangente degli umori di esso; una lente di convergenza potrà diminuire la divergenza relativamente eccessiva di quei raggi, che è necessario far provenire da punti lucidi poco distanti, affinchè sieno abbastanza copiosi ed efficaci. E queste lenti appunto son quelle che si adoperano per gli occhiali, ritrovati, a quanto sembra, verso l'anno 1285 dal toscano Salvino degli Armati.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Elementi di Fisica Universale
Parte Seconda. Volume Secondo
di Francesco Regnani
Stamperia delle incisioni zilografiche Roma
1863 pagine 428

   





Salvino Armati