Siccome poi l'occhio deve rivolgersi or da una parte ed ora dall'altra; così si è recentemente trovato opportuno di usare per gli occhiali le lenti periscopiche.
5° Da quanto abbiamo detto fin qui, e specialmente dalla teoria delle lenti, dovrebbe dedursi che noi non possiamo vedere che gli oggetti collocati ad una determinata distanza. E infatti, se il vetro smerigliato della camera oscura non si sposta ad ogni spostamento dell'oggetto, l'imagine che vi si forma non sarà distinta. Intanto noi distinguiamo gli oggetti grandi a distanze assai differenti. Or come accade ciò? Mile e Pouillet ne assegnano per causa le contrazioni e le dilatazioni della pupilla. Secondo questi tutti sbircierebbero a un di presso come i miopi. Hunter e Young attribuiscono al cristallino la proprietà di contrarsi, e però divenire più o meno convesso. Kepler, Camper, ed altri ritengono che il cristallino possa per mezzo dei processi cigliari spostarsi ed avvicinarsi più o meno alla retina. Rohault ed Olbers opinano, che il diametro dell'occhio dall'innanzi all'indietro possa variare. Altri ànno detto che possa esser sensibile per la visione tutto l'umor vitreo. Secondo la teoria di Sturm il luogo, ove la luce può agire sulla retina, non è un punto unico, ma una linea, o fuoco lineare; in tutta l'estensione del quale il fascio luminoso, che penetra per la pupilla, è abbastanza ristretto per produrre un'imagine distinta. Questa estensione poi è piccola assai, perchè l'occhio è formato da molti mezzi inegualmente rifrangenti, separati da superficie, che non solamente non sono sferiche, ma che inoltre non formano un sistema simmetrico intorno ad un asse comune.
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