Noi ci occuperemo nel presente paragrafo di quest'ultima, la quale si ascrive alla virtù più rigorosamente chiamata comunicativa.
I. SCOLII. 1° È provato dai fatti, che sovrapponendo una all'altra varie piccole calamite, coll'avvertenza che tutti i poli del medesimo nome rimangano dalla stessa parte, l'insieme di tutte à più forza che una grossa calamita, pesante da se sola tanto, quanto tutte quelle riunite insieme.
2° Parimenti, se una calamita venga ripiegata in guisa, che (fig. 111.) i suoi due (A, B) poli si rivolgano verso uno stesso pezzo di ferro dolce; l'attrazione che essa esercita, o il peso che sostiene, è molto maggiore.
3° II ferro dolce (B'A') destinato, ad essere attratto da una calamita è comunemente corredato da uno (K) o più uncini, allo scopo di appendervi i pesi maggiori o minori che possono essere sostenuti dalla calamita medesima.
4° Una data sbarra di acciaio non acquista col calamitarla che una forza magnetica limitata: e questi limiti dipendono dalla qualità dell'acciaio, di cui è formata, dal grado della sua tempera, ed anche dalla forza della calamita adoperata a magnetizzarla.
5° Altre sostanze si calamitano più facilmente e prontamente, ed altre meno. Ma è un fatto che quelle, che stentano più a magnetizzarsi, conservano anche più lungamente la virtù acquistata.
6° Si conoscono varii metodi più o meno acconci per calamitare il ferro: ma la descrizione di essi non può interessare che gli artisti, i quali si sono dedicati a fabbricare le calamite artificiali.
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Parimenti
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