12° Anzi è anche meglio collocare (fig. 110.) i due poli eteronimi (A e B) delle due calamite nel mezzo della sbarra (ab) da calamitarsi, e tenendoli separati da un pezzetto di legno strisciarli tutti e due prima verso un estremo, poi da questa estremità all'altra, e così di sèguito.
13° Ed è anche espediente posare gli estremi (b, a) della sbarra da calamitarsi sopra i poli eteronimi (A, B) di due altre forti calamite (H, e K), come propose Epino.
II. DEFINIZIONI. 1° Le calamite ripiegate (fig. 111.) in guisa da rivolgere dalla stessa parte (A, B) i loro due poli, chiamansi a ferro di cavallo.
2° Quelle, che sono costituite da più sbarre sovrapposte una all'altra (fig. 110.) sono denominate fasci magnetici: e, se sieno ripiegate come sopra (fig. 111.), si distinguono col nome di calamite a più ferri di cavallo.
3° il ferro dolce (B'A') direttamente attratto dalla calamita, poichè suol essere dotato di uncini (K) per sostenere dei pesi, è detto àncora.
4° Una sbarra di acciaio che abbia acquistata quella forza magnetica, di cui è capace, viene chiamata satura.
5° Si chiamano punti conseguenti i varii poli, che talora si ritrovano lungo una medesima sbarra calamitata.
6° Viene detta forza coercitiva la resistenza maggiore o minore, che oppongono certe sostanze a farsi calamitare; e la tenacità, onde conservano la loro calamitazione.
7° il calamitare l'acciaio si chiama calamitazione stabile.
46. Influenza magnetica.
Oltre la sopraddetta calamitazione, vi è anche quella passeggiera del ferro dolce, della quale passiamo a trattare.
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Epino
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