Ma l'elettrico dell'influente chiama a sè l'eteronimo, e respinge lontano l'omonimo; così questi rimangono separati, e principiano ad apparire ambidue(50).
Questo nel linguaggio degli unitarii equivale a dire che la elettricità dell'influente positivo caccia lungi da sè l'elettrico naturale dell'influito; e che la sostanza ponderabile dell'influente negativo attrae verso di sè l'elettrico dell'influito.
2° il corpo influito (BC) esercita un consimile, ma più debole, influsso in un secondo conduttore (DE) parimente isolato, e questo in un terzo; e così di sèguito.
IV. COROLLARII. 1° Dunque l'elettricità non attrae veramente, che corpi elettrizzati eteronimamente, e mai i neutri. Perchè essa, prima di attrarli, certamente influisce su di essi, e li elettrizza in modo, che le due elettricità eteronime rimangano in faccia una all'altra.
2° Dunque fra due corpi omonimamente ma disugualmente elettrizzati deve accadere attrazione. Dacchè (fig. 141.) il più carico (M) influisce su quello (N), che à minor dose di elettricità; caccia in distanza (in b) l'elettrico omonimo, e attrae vicino a sè (in a) l'eteronimo, e dopo succede l'attrazione.
3° Dunque gli elettroscopii possono agire anche senza toccarli col corpo elettrizzato. Già abbiamo (49. V. 5°) esposto la costruzione degli elettroscopii a foglie d'oro. Ora aggiungiamo, che basta appressare ad uno di questi un corpo (A) elettrizzato (fig. 142.) per averne la misura di tale elettrizzamento. Perchè con ciò il bottone (C) si elettrizza eteronimamente, e le liste omonimamente.
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