Non accade altrettanto col mettere, per mezzo di un filo conduttore, in comunicazione l'influente coll'influito; perchè le due elettricità invece di disperdersi nel terreno seguono il conduttore; e si riuniscono insieme.
II. DEFINIZIONI. 1° Chiameremo imprigionata l'elettricità che da sè sola(52) non si disperde, nè si diffonde sul suolo, ad onta che trovisi in comunicazione con questo.
2° L'elettricità, che ricusa di diffondersi, e comunicarsi al terreno, e sta ferma, suol dirsi legata e da molti dissimulata.
3° È detta libera l'elettricità, che anche sola (cioè senza che faccia altrettanto la sua eteronima) può disperdersi nell'aria, o diffondersi sui conduttori e nel terreno.
III. COROLLARII. 1° Dunque l'elettricità imprigionata non manca di tensione. Perchè se è vero, che essa sia priva della tensione indifferente (51. II. 9°), è per altro dotata della tensione polare: altrimenti non avverrebbe, che due cariche mutuamente influite si corressero velocemente incontro per riunirsi, appena è tolto l'ostacolo che le tiene separate.
2° L'elettricità latente o dissimulata è parimente dotata di tensione polare. Dacchè la elettricità carcerata, sebbene abbia tensione, ciò non ostante è sempre latente.
3° Dunque due elettricità latenti si attraggono vicendevolmente. Infatti un corpo elettrizzato tira a sè dei pezzettini di foglia d'oro comunicanti col terreno, e però dotati per influsso della sola carica imprigionata e latente. La dissimulazione quindi nasce dalla mancanza non di ogni attrazione, ma di quella verso qualsivoglia corpo.
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Chiameremo
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