Mentre quando esse ritrovansi davanti ad un corpo elettrizzato, ne soffrono l'influsso, e si caricano abbondantemente (mercé la loro figura) dell'elettrico eteronimo. Ma questo essendo dotato di tensione polare verso l'influente, si scarica sull'influente medesimo e lo neutralizza. Rimane quindi sul corpo, terminato in punte, il solo elettrico omonimo all'induttore. Stando così le cose, la virtù assorbente sarà una pura apparenza, e le punte non godranno che della virtù disperdente. Dal che si trae parimente una più compiuta spiegazione delle macchine elettriche. Le punte, di cui sono muniti i conduttori, servono solo per restituire al disco l'elettrico negativo, che è eccitato in esse dall'influsso del disco medesimo. Del resto, affinchè il conduttore si carichi fortemente di elettricità +a, è necessario porre i cuscinetti in comunicazione col terreno: col quale artificio si ottiene che in questo si diffonda l'elettrico -°, cui essi ricevono nell'attrito col disco. Quando poi si vuole accumulare l'elettricità negativa dei cuscinetti, si dee far diffondere nel suolo la +a del conduttore; come appunto si pratica nella macchina di Van-Marum. Consiste questa (fig. 152. 153.) in un disco (P) di vetro, abbracciato all'orlo da due coppie di cuscini (c), ciascuna delle quali (coppie) è raccomandata ad una palla di ottone, e per mezzo di questa è sostenuta da una colonnetta di vetro. Davanti al disco, e sulla colonnetta che porta l'albero del medesimo, trovasi un arco (a) metallico, capace di esser collocato a piacere orizzontalmente (fig.
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Van-Marum
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