152.) o verticalmente (fig. 153.) e terminato in due piastre munite di punte. Finalmente dietro al disco vi è una grossa palla di ottone (A) isolata, alla quale è annesso un altro arco (d) simile al primo, da porsi parimente ora verticalmente ed ora orizzontalmente (fig. 153.). Quando (fig. 152.) l'arco anteriore (a) giace orizzontale e il posteriore, (d) è verticale, il primo si fa comunicare col terreno per mezzo di una catenella metallica; e così l'elettrico -° dei cuscinetti rifluisce nel terreno, ed il conduttore (A) si carica del +° per l'influsso del disco. Quando invece (fig. 153.) si colloca verticalmente l'arco anterione (a) ed orizzontalmente il posterione (d), a questo si annette la catenella, e così l'elettrico +° sgorga nel suolo, ed il conduttore (A) si carica del -° dei cuscinetti.
7° È manifesto che non può escludersi la teoria dell'influsso dalla spiegazione del fulmine e del parafulmine. Dacchè è inevitabile che, presentandosi uno strato di nubi elettrizzate ad un edificio, o ad un altro strato di nubi, questo e quello restino elettrizzati per influenza; ne dovrà nascere una condensazione scambievole, e quindi è più violenta ed intensa la scarica chiamata fulmine. Le punte poi dei parafulmini, innalzati sull'edificio, soffrono dentro una certa estensione l'influenza; si caricano di elettricità eteronima all'inducente, e la disperdono verso l'inducente medesimo. Quindi il parafulmine è utile in due maniere, e in quanto impedisce la scarica dell'elettrico, e in quanto anche non impedendola salva dai suoi tristi effetti l'edificio, col ricevere esso medesimo la scarica (il che dovrà avvenire ogni volta che le intensità elettriche sono assai grandi) e col condurla direttamente nel suolo, dove possa spandersi e dividersi in guisa da perdere la sua efficacia.
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