S'empie d'acqua l'eudiometro, e, facendolo pescare parimente nell'acqua, vi s'introducono due volumi uguali uno d'ossigene, e l'altro d'idrogene. Dopo vi si fa scoccare la scintilla di un elettroforo; e i due gassi si combinano con viva luce. Ma vi è un residuo: il quale, fatto passare in un tubo (T) graduato ed empito d'acqua, si riconosce essere ossigene puro, in volume uguale ad un quarto di quello del miscuglio primitivo.
Dunque l'acqua è formata di un volume d'idrogene, e mezzo di ossigene.
7° Sullo stesso principio è posato l'accendilume a idrogene di Volta (fig.162.). il turacciolo di una bottiglia, contenente acqua acidulata con acido solforico, è trapassato dal lungo collo di un fiasco (V) sottovolto. il collarino metallico della bottiglia porta un tubetto fisso (RQ) munito di chiavetta (R), ed un'asta, da cui pende un pezzetto di zinco (Z), al pelo dell'acqua; e davanti all'estremità del tubetto trovansi due pallette metalliche, una delle quali è comunicante (per I) col suolo, e l'altra è sostenuta da un'asta (I') metallica isolata, la quale entra in una cassetta sottoposta (che serve da zoccolo all'apparecchio), e termina in un'altra sferetta (O). Nella cassetta medesima àvvi un piccolo elettroforo collo scudo (P) mobile a cerniera, il quale, quando è posato, trovasi in comunicazione col terreno per uno stagnuolo (N); quando poi si solleva, tocca la sferetta sopraddetta (O). Le cose sono combinate in guisa, che, per mezzo di uno stesso manubrietto (R), lo zinco (Z) si tuffa nell'acqua, lo scudo (P) dell'elettroforo si solleva e comunica la scintilla al conduttore, e si apre un esito al gasse idrogeno pel beccuccio (Q).
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Volta
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