4° Che se gli archi di queste coppie (fig. 174.) sieno attaccati ad un bastone orizzontale, per poterle immergere tutte ad un tempo; si ottiene la così detta pila di Wollaston.
5° Se queste tazze sieno tenute ripiene di sabbia silicea, la quale venga a quando a quando inumidita con acqua acidula, l'apparecchio prende il nome di pila di Smee.
6° Più tardi, per ottenere maggior costanza nella corrente, si è creduto opportuno sostituire all'acqua acidula due liquidi diversi, separati da un vaso poroso, che ne impedisca la meschianza e ne permetta il contatto: e tali strumenti ànno avuto nome pile a due liquidi.
7° Per costruire una pila di Daniell (fig. 173.) nel vase (V) di vetro si pone una soluzione di solfato di rame, e vi si fa pescare un tubo di rame (R); dentro a questo si introduce un vaso poroso (D) o diaframma, come suoi dirsi; e nel vaso poroso si mette acido solforico allungato, e un tubo di zinco (Z). Ogni zinco poi comunica coi rame del seguente vase.
8° Che se alla soluzione di solfato si sostituisca acqua salsa o acida e al tubo di rame (fig. 177.) un tubo di zinco (Z), e dentro questo si collochi il diaframma (D), e versata nel diaframma dell'acqua forte, vi si faccia pescare dentro un pezzo di carbone (C); si à un elemento alla Bunsen.
9° Se poi nella pila di Bunsen al carbone sostituiscasi una lastra di platino, o in foglia sottile, o (fig. 175.) ravvolta ad esse (P) e fissata ad un coperchio; la pila (fig. 176.) riceve il none del suo inventore Grove.
10° Tutti gli apparecchi esposti fin qui diconsi pile idroelettriche: ma vi sono anche le così dette pile secche o di Zamboni.
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