Prendete tanti dischi di carta ramata, ed altrettanti di carta stagnata, e sovrapponeteli uno sull'altro in modo che ciascuna faccia di rame combaci con una di stagno; otterrete una pila poco voluminosa,
e assai pulita, che è chiamata come abbiamo detto. Nella quale non avvi altro liquido, che la umidità propria delle sostanze igrometriche, quale è la carta. La troppa secchezza o umidità dell'aria snerva la forza di questa pila; e però, bisogna tenerla chiusa in un tubo di vetro ben verniciato, oppure vestita di un mastice molto isolante. Può anche adoperarsi la sola carta stagnata, purchè alla faccia scoperta della carta, per mezzo di colla di amido, si faccia aderire un finissisimo strato di biossido di manganese.
11° In tutte queste batterie le estremità non sono costituite da un elemento intero (fig. 178.), ma da un solo elettromotore; e però il polo +° è rappresentato dal rame, dal platino, o dal carbone, ed il -° dallo zinco. Imperocchè se nella pila di Volta (fig. 171.) noi togliessimo il primo rame, e lasciassimo isolato lo zinco, questo rappresenterebbe il polo -°; se levassimo l'ultimo zinco, il rame, che rimarrebbe, costituirebbe il polo -°.
12° Vi sono certi corpi e specialmente il bismuto e l'antimonio, i quali, saldati che sieno insieme per ambidue i loro capi, producono una corrente denominata termoelettrica; purchè una saldatura sia scaldata più dell'altra. Quindi le pile dette parimente termoelettriche o di Nobili. Si saldano insieme (fig. 179.) alternamente tante piccole aste, una di bismuto (B), che è l'elettromotore -°, ed una di antimonio (A), che fa da + °; e poi si ripiegano a zigzag; e se ne formano diversi suoli.
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Volta Nobili
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