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      Ne nascerà un parallelepipedo, nel quale tutte le saldature alterne debbono rimanere sulla stessa faccia. Questo sistema (fig. 180.) si chiude in una cassa di ottone, avendo cura di lasciare scoperte le saldature alterne.
      Ciò fatto, basta scaldare alquanto tal faccia, perchè in un filo reoforo, congiungente il primo bismuto coll'ultimo antimonio, scorra l'elettrico, che dalla parte più calda va alla men calda.
      13° In generale pei fenomeni elettrostatici si esigono molti elementi bene isolati; perchè essi dipendono dalla tensione, la quale aumenta col numero, non colla estensione degli elettromotori.
      Ma per i fenomeni elettrodinamici basta anche un elemento, e molto influisce la estensione degli elettromotori: dacchè con questa cresce la quantità dell'elettrico in movimento. Quindi le pile secche, essendo molto lente a ricaricarsi, non sono atte che per i fenomeni di tensione.
      14° Da quest'ultima avvertenza può trarsi la spiegazione di quell'utile strumento, che appellasi elettroscopio di Bohnenberger. È costituito da due pile secche verticali, coi poli inversi, e terminate nell'estremità superiore in due piastrine o bottoni metallici posti in presenza uno dell'altro. Le due pile sono custodite da una campana di vetro, il cui vertice è trapassato da un'asta metallica terminata superiormente in una palla deferente, ed inferiormente in una stretta lista d'oro in foglia. Per la qual cosa, ove si appressi alla detta palla esterna un corpo anche leggermente elettrizzato, la lista si elettrizza per influenza omonimamente, e si slancia verso quello dei due poli delle pile, che possiede la eteronima.


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Elementi di Fisica Universale
Parte Seconda. Volume Secondo
di Francesco Regnani
Stamperia delle incisioni zilografiche Roma
1863 pagine 428

   





Bohnenberger