Bunsen l'à veduta uguale a quella di mezzo migliaio di candele. Tale intensità dee derivare dalle particelle solide che sono staccate e trasportate dalla corrente; come la polvere di carbone, e i fili di platino avvivano la fioca luce dell'idrogene, e dell'acquarzente.
6° Ma quello che è più interessante si è che la luce elettrica arde anche sott'acqua, e in qualsivoglia liquido; e tanto meglio, quanto questo è peggior conduttore. il che prova, come la luce ed il calorico dell'arco voltaico non provengano dalla combustione, che per accidens vi si associa nell'aria.
7° Se i due roofori posseggono uguale conducibilità (se no, sempre si scalda più il meno conduttore) è più caldo l'elettrodo +° del -°; anzi quello trasporta più abbondantemente di questo la materia ponderabile. Di più (come accortamente avvertì fin dal principio dell'anno scorso il nostro bravo professore romano Francesco Ratti) incontro al polo positivo, e dentro una non grande circonferenza, si spande una luce più viva, che in ogni altra parte.
8° La luce elettrica dà uno spettro, come la solare; ma, secondo quello che abbiamo già (29. II. 3°) accennato, vi si osservano delle strie assai brillanti, e varie secondo la varietà dei corpi, fra i quali scocca. Di più essa, come la solare, attribuisce la fosforescenza a certe sostanze, quali sono lo zucchero cristallizzato, l'acetato di potassa, il solfato di barite, il cristallo di monte; facendo risplendere quelli di luce verde, e questo di luce prima rossa e poscia bianca.
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Francesco Ratti
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