4° Lo strumento sopra (I. 1°) descritto, col quale si fa l'elettrolisi dell'acqua, siccome può servire a misurare le grandi correnti voltaiche, così à nome voltametro.
III. PROPOSIZIONE. La forza chimica della corrente è definita.
Dimostrazione. I. Facendo passare la corrente per un voltametro, dopo un certo tempo si otterrà una certa quantità d'idrogene. Se nel circuito s'interpongano due, tre,... voltametri in guisa, che la corrente debba traversarli uno dopo l'altro; ognuna delle quantità d'idrogene, che si raccoglierà in ciascun voltametro, sarà sempre molto minore, ma da per tutto se ne raccoglierà nello stesso tempo la quantità medesima. II. Si osserva la cosa medesima, ancorchè nei diversi voltametri vi sieno soluzioni acide, o alcaline,
o saline; ancorchè queste soluzioni sieno diversamente concentrate; ancorchè gli elettrodi trovinsi a diversa distanza, e sieno di diversa grandezza. E quest'ultima circostanza è assai notabile, mentre l'elettrolisi non si manifesta che sulla superficie dell'elettrodo, in quella sua parte cioè che è in contatto col liquido; e affatto nulla non se ne scopre nel resto della massa liquida. Coll'aumentare il numero dei voltametri, l'elettrolisi diverrà debole tanto da non potersi più misurare la quantità di gasse ottenuta nel tempo solito. Ond'è che ogni nuovo strato d'acqua, cui la corrente dee traversare, oppone un'altra resistenza, e la corrente è indebolita; ma una data corrente possiede una determinata forza elettrolizzante. III. Poniamo che alla corrente vengano presentate più strade da percorrersi contemporaneamente.
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Facendo
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