II. PROPOSIZIONI. 1° Due correnti dirette si attraggono mutuamente, e due inverse si respingono.
Dimostrazione. Per esperimentare l'azione mutua delle correnti, si usa l'apparecchio chiamato dal nome del suo inventore il tavolino di Ampère (fig. 186.), e disposto nel modo seguente. il reoforo +° (P) si mette in comunicazione colla base di una colonna metallica verticale (H), ed il -° si annette al capitello di un'altra colonna (K) pur verticale. Ora il capitello della prima colonna (H), per mezzo di un filo e di un braccio metallico (A), trovasi in comunicazione con un vasellettino di rame (B) interposto alle due colonne, e pieno d'idrargiro; e la base della seconda (K), per mezzo di un altro filo, pur metallico, comunica con un altro simile vasellettino (C) giacente verticalmente sotto il primo (B). Pertanto, ove in questi due vasellini si facciano pescare i capi verticali di un così detto telarino, ossia di un filo metallico, mobile, ravvolto ad uno o più parallelogrammi giacenti nel medesimo piano, questo sarà percorso da una corrente, che dal vasello superiore rifluirà all'inferiore. I. Posto ciò, parliamo primieramente delle correnti parallele. A tal uopo il telarino è costruito in modo che, posando un suo capo al vasetto superiore, il filo venga orizzontalmente alla colonna sinistra (H), discenda verticalmente a fianco di questa, poi corra orizzontale e, giunto sopra il vasetto inferiore, si rialzi fin quasi al superiore, si rivolga verso la colonna sinistra (K), ricada allato di questa, e vada coll'altra sua estremità a tuffarsi nell'idrargiro.
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Ampère Posto
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