Questa legge già (48. II. 2°) accennata sembra potersi dedurre da tutti i fatti.
III. SCOLII. 1° Intorno ai liquidi conviene avvertire che, se sieno ridotti in uno stato di gran divisione, si elettrizzano per attrito assai fortemente. Mettendo da parte il fenomeno della macchina idroelettrica (48. II. 4°), è certo che il vetro, su cui si getta con impeto e frastagliatamente dell'etere, dell'acquarzente, o della resina liquefatta, si mostra carico di molta elettricità.
2° Quanto agli aeriformi è ragionevole dubitare se l'elettrico svolgasi pel solo loro attrito, o non più veramente per quella di un liquido o di un solido, il quale in istato di estrema divisione trovisi a loro frammisto: dacchè, mancando questa, non suole ottenersene uno sviluppo sensibile.
3° Quello che è certo si è, che l'elettricità, la quale si desta in occasione di qualche azione meccanica, non può ascriversi al calorico, che inevitabilmente vi si associa. Infatti ad uno dei due capi del filo del galvanometro si saldi una laminetta di ferro, ed una di rame all'altro capo. Col sovrapporre (tenendole isolate da ogni altro corpo) una delle due lamine all'altra, non si à verun segno di elettrico. Ma se una di esse si fa scorrere velocemente sull'altra, subito l'ago accusa una corrente, che pel filo va dal rame al ferro. E si noti bene, che tale corrente non cangia direzione se, invece di fare scorrere gli stessi punti della lamina di ferro su tutta la superficie del rame, si operi al contrario. Ora la direzione di una corrente termoelettrica si rovescia, ogni qualvolta il metallo, che era il più caldo, diviene meno caldo: o all'opposto.
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