Quanto ai vapori degli altri liquidi la legge è dimostrata da fatti analoghi; e la misura delle tensioni può dedursi, secondo la legge antecedente, da quella del vapore di acqua.
5° In uno spazio chiuso tenuto a temperatura costante, saturo di vapore, e contenente liquido in eccesso, vi è una tensione massima, cui il vapore non può oltrepassare sotto qualunque pressione. A dimostrare questa legge si usa un tubo barometrico (fig. 262.) tuffato in una vaschetta assai alta. Avendo fatto passare in questo tubo, dapprima pieno di idrargiro, una quantità di etere bastante a far sì che, quando la canna barometrica è satura del suo vapore, ve ne resti ancora in eccesso; si nota sulla scala graduata l'altezza dell'idrargiro nel tubo. Ora sia che si tuffi di più il tubo, e così il vapore comprimasi; sia che si sollevi, e il vapore si espanda; l'altezza della colonna mercuriale è sempre la stessa. Dunque il vapore conserva una tensione costante. il che avviene perchè il vapore, quand'è più compresso, in parte si liquefà, quando lo è meno, cresce in quantità, formandosene dell'altro; e quindi la densità rimane la stessa.
6° In due vasi comunicanti, contenenti il medesimo liquido in eccesso e a temperature diverse, la tensione è la stessa, e precisamente quella dovuta alla più bassa delle due temperature. In un vase (A) contengasi acqua mantenuta a zero dal ghiaccio (fig. 263.); e in un altro, (B) sia acqua bollente.
Finchè i vasi non comunicano, là vi è la tensione di millimetri 4,6, e qua di 760; ma appena si apre la chiavetta (C), che li mette in comunicazione, il vapore caldo (B) si precipita nel freddo (A), e vi si condensa.
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