Vedrete che la sua temperatura si abbassa di 5, o 6 gradi, ed anche più, se l'aria sia ben secca, cioè se è più veloce l'evaporazione del velo d'acqua, che lo bagnava. Maggior raffreddamento produce l'acquarzente, che è più volatile; e maggiore ancora l'etere solforico. Anzi, rivestendo il bulbo del termometro con un pannolino inzuppato nel solfuro di carbonio, o nell'acido solforoso liquido, la rapidissima evaporazione di questi volatilissimi liquidi agghiaccia l'idrargiro del termometro. Per fare evaporar l'acqua sollecitamente giova porla sotto la campana pneumatica, unitamente ad un vaso di acido solforico. Facendo il vuoto è tolta la pressione dell'aria, e l'acido, avidissimo del vapore, libera l'acqua anche dalla pressione di questo. Ond'è, che se ne ottiene un raffreddamento capace di far gelare l'acqua residua. Se all'acqua sostituiscasi un miscuglio di acido carbonico solido e di etere solforico, la temperatura dei corpi circostanti giunge a -110°; cioè al freddo più intenso, che siasi ottenuto fin qui.
2° I vapori nel liquefarsi, ed i liquidi nel solidarsi cedono, senza abbassarsi di temperatura, gran copia di calorico ai corpi circostanti.
Dimostrazione. I. In un vase contenente 535 grammi d'acqua a 0° si faccia passare tutto il vapore, in che si converte un ettogrammo d'acqua esposta dentro un limbicco (fig. 276.) a forte calore. Appena il vapore è passato nell'acqua e vi si è liquefatto, il termometro segna 100° da per tutto, tanto nell'acqua ottenuta dal vapore, quanto in quella preesistente.
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